stellae pavonis

 

 

 

tapestry weaving by vertical loom, silk, rayon, polyester threads, cotton cord, 2017

Gli astronauti, come in un atto di rinascita, vedendo il pianeta Terra lo designarono “il pianeta azzurro”, così diedi questa immagine del mondo nel ’91 quando realizzai un involucro di carta fatta a mano di fibra di lino intrecciata e tinta di colore turchese. Un mondo avvolto dal sentimento della nostalgia perché visto dagli occhi di colui che si allontana o si riavvicina, dopo un viaggio. L’atto creativo per me è legato ad un’altra scala temporale e spaziale. Ma con l’aggiunta del verde c’è un’amplificazione ulteriore di questa mobilità e di questo sentimento. Ad ogni attimo accade qualcosa nell’universo. In ogni seme la vita di un germoglio che inizia il proprio viaggio individuale con il suo involucro, e in ogni seme il frammento di una costellazione, di una galassia. In ogni battito di palpebre, che avviene 10 mila volte al giorno, non c’è il buio ma ci facciamo un’immagine del mondo unendo quello che vediamo prima e dopo l’ammiccamento. Nell’occhio della piuma del pavone e nel ventaglio della sua coda che mostra e richiude lo spiegamento cosmico e tutte le manifestazioni che anch’esse appaiono e scompaiono rapidamente c’è uno spazio lasciato libero, senza confini. Questo spazio è negli occhi chiusi quando sogniamo e negli occhi aperti quando la nostra attenzione è attiva. Come un bulbo oculare o una stella nata da quei raggruppamenti di fasci nervosi, da quelle strutture avvolgenti e che poi inizia a distruggere. E’ nella “terra pura” e nel mutamento perenne del piumaggio, e nell’aspetto del guerriero armato di arco e frecce.
Federica Luzzi, 2017

As in an act of rebirth the astronauts seeing the planet Earth designated him “the blue planet”, so in ’98 I gave this image of the world when I made an envelope of handmade paper of weaved linen fiber and dyed in turquoise color. A world wrapped in the feeling of nostalgia because seen from the eyes of the one who moves away or back, after a voyage. The creative act for me is connected to another temporal and spatial scale. But with the addition of green color there is a further amplification of this mobility and this feeling. In the universe, in each moment happens something. In each seed the life of a sprout begins its individual voyage with its envelope, and in each seed the fragment of a constellation, of a galaxy. In each blink of the eye, which occurs 10 thousand times a day, there is no darkness but we make an image of the world by combining what we see before and after the wink. In the eye of the peacock’s feather and in its tail, that shows and closes the cosmic unfolding and all the manifestations that also appear and disappear quickly, there is a space left free, without boundaries. This space is in the closed eyes when we dream and in the open eyes when our attention is active. Like an eyeball or a star born from those groupings of nerve bundles, from those enveloping structures and that then it begins to destroy. It is in the “pure land” and in the perennial change of the plumage, and in the appearance of the warrior armed with bow and arrows.
Federica Luzzi, 2017